Enopassione

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OCM VINO: CHE COS’È

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L’ OCM Vino da’ contributi economici alle  Aziende vitivinicole
L’ OCM vino è la regolamentazione unica dell’Unione Europea che regolamenta il settore vitivinicolo, sia per quanto riguarda le norme di produzione che i contributi a fondo perduto assegnati alle aziende del settore.

L’OCM vino è  quindi la misura che concede finanziamenti e contributi per i Produttori Vitivinicoli. In Italia opera con bandi annuali emessi dal Ministero per le Politiche Agricole e da ogni Regione o Provincia Autonoma, con contributi a fondo perduto dal 40% all’80%.

Nella tabella la ripartizione tra gli stati membri della Comunità Europea, è riportato anche il 2013 per un confronto.

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Cantina Peri Bigogno: vini di “Talento”

La Cantina Peri Bigogno si trova a Castenedolo, propaggine più a sud anfiteatro morenico del Garda che segna l’inizio della Pianura Padana e la zona della Bassa Bresciana. La produzione di vino inizia nel 1949, quanto Graziella e Adriano Peri si stabiliscono a Palazzo Togni e abbracciano la tradizione vitivinicola del territorio, sfruttando i vigneti presenti intorno al palazzo e la cantina storica.

L’attività è stata tramandata sino ad oggi di generazione in generazione, prima con il figlio Mario supportato dalla moglie Maria Bigogno, che decise di passare dalla vendita di vino sfuso a quello in bottiglia, facendo nascere alcune delle etichette storiche della cantina, come il “Gobbo” e il “Rio Vallone” e oggi con il figlio Andrea.

La cantina offre una gamma di prodotti decisamente completa, che va dagli spumanti, ai vini fermi, ai vini da dessert, per poi chiudere con i distillati, come il brandy e la grappa.

Vista quindi l’ampia quantità di prodotti, ho deciso oggi di concentrarmi sulla gamma degli spumanti, raccontando la storia e le caratteristiche di questi vini.

Come prima cosa è necessario specificare che Peri Bigogno fa parte della grande famiglia del Talento

talento

Talento rappresenta l’eccellenza spumantistica italiana. E’ lo spumante italiano ottenuto da uve Chardonnay, Pinot nero e Pinot Bianco, rifermentato in bottiglia (ovvero utilizzando il Metodo Classico) con minimo 15 mesi di affinamento sui lieviti e tenore zuccherino inferiore a 12 g/litro.

E’ un marchio di certificazione che aiuta a definire una tipologia di prodotto ed una categoria merceologica precisa a tutto vantaggio del consumatore finale ed è proprietà del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali.

 

Nello specifico, Peri Bigogno offre 3 tipologie di spumanti, tutti Millesimati e ovviamente Metodo Classico.

1. Peri Talento Brut Millesimato 2010

Peri Bigogno - Talento Peri Brut fronte Il vino base da spumantizzare secondo il Metodo Classico proviene da uve 100% Chardonnay, prodotte nel vigneto attiguo alla casa e raccolte prematuramente per conservare un livello di acidità più elevato, che possa permettere al vino di far fronte al lungo periodo di lavorazione. La vinificazione viene effettuata con lieviti a lenta fermentazione nelle botti di acciaio tenute ad una temperatura controllata tra i 18° e 22°C. Giunti alla primavera successiva inizia con il tirage la lunga e delicata fase di spumantizzazione e di maturazione per il vino che, già imbottigliato, viene messo a riposo in cataste tenute al buio degli ambienti della cantina. La temperatura costante di 11°-12°C favorisce il lento lavoro dei lieviti selezionati che trasformano lo zucchero residuo in alcool e in anidride carbonica naturale: il perlage. Dopo 24 mesi lo spumante Talento è pronto: si inizia così la pratica della sboccatura e dell’aggiunta della liqueur d’expedition della Casa per renderlo più equilibrato, morbido ed elegante

Il colore è limpido, giallo paglierino brillante con perlage finissimo, persistente ed abbondante, quasi cremoso, dovuto alla struttura ricca ed importante del vino base e alla lunga lavorazione.

Al naso il bouquet è vivace ed ampio, ricco e persistente. Sfumato ma deciso il caratteristico profumo di crosta di pane, accompagnato da delicate note di frutta secca come mandorla, nocciola, fichi secchi e di appena accennate note di spezie, soprattutto chiodi di garofano.

In bocca il prodotto è sostenuto da una bella spalla acida, frutto anche di un affinamento più breve rispetto agli altri prodotti della gamma. Il gusto è secco, piacevolmente sapido e fresco, di ottima bevibilità. Ottima struttura, fine ed equilibrato.

2. Peri Brut Talento 46 Millesimato 2009

Peri Bigogno - Talento Peri 46 fronte

Come nel caso precedente il vino base da spumantizzare secondo il Metodo Classico proviene da uve 100% Chardonnay, ma in questo caso l’affinamento dura 36 mesi. Solo dopo tre anni di permanenza sui lieviti e 46 mesi dalla vendemmia Peri 46 Talento è pronto: si inizia così la pratica della sboccatura e dell’aggiunta della liqueur d’expedition della Casa.

Il colore è limpido, giallo paglierino brillante con perlage finissimo, persistente ed abbondante, quasi cremoso, dovuto alla struttura ricca ed importante del vino base e alla lunga lavorazione. Al naso si denota una grande armonia, dettata dal maggiore affinamento in bottiglia. In bocca è morbido, setoso, persistente.

3. Peri Brut Talento Rosé Millesimato 2011

Peri Bigogno - Talento Peri Rosé fronte

Il Rosé è l’ultimo arrivato in casa Peri Bigogno, infatti la prima vendemmia risale solo alla vendemmia 2008. L’uvaggio è 75% Pinot Nero e 25% Chardonnay, un unione perfetta che rende questo vino estremamente bilanciato e armonico. Anche in questo caso l’affinamento è di 36 mesi. Recentemente ho confrontato in degustazione le ultime 3 annate in commercio, cioè 2009, 2010, 2011 e ho potuto constatare l’evoluzione del vino, che nel tempo cede le note fiorite e di frutti di bosco e si arricchisce di aromi terziari più complessi, come la crosta di pane. Alla vista il perlage è fine e armonico, al naso è equilibrato e complesso e al gusto è fresco, sapido, persistente.

See in English on Snooth http://www.snooth.com/winery/peri-bigogno-castenedolo/




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Anteprime di Natale…Al Montenetto Wine Christmas

Header_Montenetto_Wine_Christmas

 

Manca poco più di un mese a Natale e ovunque guardiamo siamo circondati già dalla magica atmosfera di questa festa. Luci ovunque, stelle filanti, renne e ovviamente Lui: Babbo Natale, che quest’anno nella sua slitta sta portando un bel po’ di… vino.

Si, perchè domenica 30 Novembre passerà a Capriano del Colle al Montenetto Wine Christmas, manifestazione enogastronomica inserita nello spirito natalizio in cui sarà possibile degustare i vini del Montenetto di ben 11 cantine aderenti per un totale di oltre 40 etichette in degustazione, presentate in abbinamento a un piatto assortito di prodotti tipici.

La rassegna sarà arricchita dai mercatini di Natale organizzati dalla pro Loco di Capriano del Colle e dal concerto di Ottavia Brown, al quale seguirà un brindisi finale con le bollicine firmate Montenetto.

Le aziende presenti saranno:

BECCALOSSI GIORGIO
BERTOLOTTI IVAN
CASCINA UCCELLANDA DI BOTTI MARCO
GREGORIO ALBERTO & C.
LA CASCINA NUOVA DI POLI FRANCO
LAZZARI
PRATUM COLLER
SAN MICHELE
SAN BERNARDO DI BOTTI LUIGI ED ENRICO
TENUTA LA VIGNA DI ANNA BOTTI
VITIVINICOLA PODESTÀ PIETRO

Nella fretta di tutti i giorni, ci dimentichiamo di fermarci ad assaporare quello che la nostra Terra ha da offrire e non cogliamo la bellezza dei suoi prodotti. In occasione delle feste di Natale, però, l’euforia del momento ci permette di soffermarci di più su quello che conta davvero, cioè le relazioni: con la famiglia, con gli amici e con il luogo in cui viviamo. Per questo l’evento, nella sua semplicità, è un momento accattivante da trascorrere in compagnia, condividendo con i nostri cari il piacere per il vino e il cibo del territorio.

Per una volta, lasciamo perdere il giretto al centro commerciale, ma avventuriamoci in qualcosa che lasci un bel ricordo alla nostra giornata! E se proprio si deve fare un regalo a qualcuno, basta confezioni con saponette e creme! Regalate una bottiglia di vino, perchè se lo fate, regalate un pezzo del vostro territorio e quindi anche di voi.

Per maggiori informazioni:

Ticket di ingresso solo 6 euro e comprende tasca + bicchiere, degustazione vini delle cantine presenti, piatto assortito con prodotti tipici

info@consorziomontenetto.it – 334 6722227
www.consorziomontenetto.it

 

Montenetto_Wine_Christmas


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Vino e sapori del Montenetto: una serata, tanti colori

Anche quest’anno  Cascina San Giorgio, nella località di Fenili Belasi (Capriano del Colle – BS) aprirà le sue porte a “Vino e Sapori del Montenetto“, goloso e ricco evento dove protagonista indiscusso sarà il Capriano del Colle Doc e il Montenetto di Brescia Igt.

Alla serata aderiscono 10 cantine del Consorzio Montenetto per un totale di oltre 40 etichette in degustazione, presentate in abbinamento a piatti e prodotti tipici ed artigianali del territorio.
Un vero e proprio menù completo, che partirà dagli antipasti per arrivare fino ai dolci per un totale di 14 portate.

Nella serata di Lunedì 29 Settembre, sarà possibile degustare questi deliziosi vini accompagnati da piatti tipici del territorio e non solo: dopo il successo degli anni passati, infatti,  le specialità gastronomiche offerte nelle serata saranno ancora più numerose.

I più sfiziosi potranno sorprendersi con specialità quali la vera pizza Napoletana e il famoso piatto Fish and Chips di origine tutta britannica. Gli affezionati non saranno comunque delusi e verranno soddisfatti dai veri sapori della tradizione bresciana: bagoss, salumi nostrani, casoncelli e tanto altro da scoprire.

La crescita forte di questa manifestazione e la grande soddisfazione che genera nel pubblico è una dimostrazione di come una piccola realtà come quella del Montenetto possa emergere tra le grandi Doc del vino nel panorama lombardo e nazionale, andando a creare una identità sempre più consolidata e che si sta facendo conoscere sempre di più dagli amanti del vino.

consorzio montenetto

 

Occasioni di questo tipo permettono di approfondire la conoscenza del vino, attraverso degustazioni comparate dei vari prodotti presentati dalle diverse cantine, conversare con i produttori, capendo meglio la realtà in cui operano e vivere tutta una serie di esperienze che fanno maturare nell’assaggiatore maggiore consapevolezza nei confronti di ciò che si trova nel loro bicchiere. vino e sapori del montenetto

In particolare questa occasione specifica permette di degustare i vini all’interno di una cornice  più ampia, ovvero quella del cibo abbinato al vino, che risulta essere più piacevole e anche migliore per chi si sta approcciando per le prime volte, senza però rinunciare a tutta la sfera più tecnica dell’assaggio.

Per partecipare all’evento è necessario acquistare un biglietto presso  sia le cantine aderenti oppure recandosi all’Ente Vini Bresciani di viale Bornata.

Per informazioni è possibile contattare il numero 334-6722227 (Luca), oppure mandare una mail all’indirizzo info@consorziomontenetto.it


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Agenda autunnale del winelover

Dopo un’estate piovosa e incerta come quella appena passata, si stanno aprendo le porte verso un autunno assai promettente. Non sto parlando di previsioni meteorologiche, ma dell’agenda autunnale del panorama vitivinicolo bresciano, che da Iseo fino al Garda è ricca di eventi per noi winelover.

Andando per ordine i principali momenti da segnare e da non perdere sono i seguenti:

 

Festa dell’Uva e del Vino

Capriano del Colle, 19 – 20 – 21 Settembreuva e vino capriano del colle

Giunta alla 39° edizione, la manifestazione prevede la degustazione dei vini della zona curata dal Consorzio Montenetto e accompagnata da splendidi momenti di cultura e folklore popolare, intrattenimento musicale e la domenica la sfilata dei carri allegorici, oltre alla fiera che si dispiega per le vie del Paese.

Per informazioni e vedere il programma completo www.facebook.com/FestaDelluvaCapriano

 

Festival Franciacorta 

Nelle Cantine del territorio franciacortino, 20 – 21 Settembre

Uno degli eventi più attesi in Franciacorta, durante il quale le cantine aprono le loro porte a curiosi ed enoappassionati, offrendo percorsi gustativi e non solo.festival franciacorta

 

Eventi in cantina“, “Tour organizzati” ed “Eventi sul territorio” offrono un panorama ricco di scelte adatto a vari tipi di pubblico ed esigenze. Ogni cantina, nella sua realtà, crea atmosfere particolari, coinvolgendo i visitatori nell’apprendimento del Metodo Classico, nella degustazione del Franciacorta e nella visita ai vigneti e alle cantine.

Per ulteriori informazioni è possibile consultare il sito ufficiale www.festivalfranciacorta.it/it/; è consigliabile prenotare la visita, soprattutto se si è interessati a recarsi nelle cantine più conosciute.

 

Vino e Sapori del Montenetto

Capriano del Colle – Loc. Fenili Belasi, 29 Settembre

vino e sapori del montenettoTorna in scena la vetrina di Vino e Sapori del Montenetto, l’evento enogastronomico più rappresentativo del territorio, organizzato dal Consorzio vini Montenetto e giunto alla sua IV edizione.
Nella suggestiva cornice rurale di Cascina S. Giorgio, in località Fenili Belasi, la manifestazione ripropone la formula consolidata, che punta ad una promozione territoriale a 360° abbinando ai vini del comprensorio i piatti e le produzioni tipiche di quest’area. Al centro della serata i vini Capriano del Colle Doc e Montenetto di Brescia Igt abbinati ai piatti preparati da alcuni fra i migliori ristoranti della zona.

 

Franciacorta in Bianco

Castegnato, 10 – 11 -12 ottobre

Sempre più irrinunciabile appuntamento per appassionati ed operatori del settore lattiero-caseario, Franciacorta in Bianco si appresta a celebrare la sua 19° edizione.

franciacorta in bianco

 

Anche quest’anno si rinnova l’appuntamento a Castegnato, conquistando il primato del più importante appuntamento annuale per operatori, appassionati ed intenditori dei prodotti lattiero caseari. E il vino? Non vi preoccupate: ad arricchire la degustazione sarà presente uno stand Onav (Organizzazione Nazionale Assaggiatori di Vino) che offrirà i prodotti vitivinicoli del territorio.

http://www.franciacortainbianco.it/

 

Lugana armonie senza tempo

Brescia, 11 Ottobrelugana armonie senza tempo

Degustazione dei migliori vini Lugana Doc con oltre 40 aziende presenti. Il classico appuntamento con il bianco più amato del Garda si svolgerà nella cornice del Museo Diocesano di Brescia, in via Gasparò da Salò 13, nel cuore del centro cittadino. La degustazione, anche per le sue notevoli dimensioni offre un’ottima occasione per conoscere meglio il Lugana nelle sue diverse espressioni.

https://www.facebook.com/events/1535798006652540/

 

Profumi di Mosto

nelle Cantine del Garda bresciano, 12 Ottobre 

L’evento offre la possibilità di scegliere tra vari itinerari enogastronomici nelle cantine del territorio, nelle quali saranno offerti in abbinamento ai vini della Valtènesi, i migliori piatti della tradizione bresciana

profumi di mosto

http://www.profumidimosto.it/Profumi_di_Mosto/Home.html

 

Ovviamente le occasioni di degustazione e assaggio non finiscono qui, ma questo rappresenta un elenco di eventi sorretti da una natura istituzionale, sempre patrocinati dal Consorzio di Tutela di competenza o dal relativo Comune. L’occasione di potervi partecipare, offre un momento di riflessione e cultura e, soprattutto, la possibilità di parlare e conoscere i produttori, la loro realtà e la vita che svolgono quotidianamente. Si tratta di momenti importanti, in cui al singolo consumatore si offre la possibilità di leggere “oltre l’etichetta” e di capire in prima persona come viene realizzato e vissuto il prodotto che assapora.


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Enoconfronti: Franciacorta vs Champagne

Dopo essermi dilungata in un’ampia introduzione che spiegasse le ragioni per cui ho deciso di dar vita ad una serie di enoconfronti (che potete leggere qui) eccoci arrivati finalmente al primo grande dilemma: Franciacorta o Champagne?

Premetto che l’analisi che segue non vuole andare a determinare nessun vincitore, ma è una semplice riflessione, vista con una prospettiva un po’ più provocatoria, della diversa espressione della bollicina metodo classico e ha l’obiettivo di dare qualche nozione di base su questi territori e i rispettivi vini, con l’aspettativa di suscitare curiosità in chi legge e desiderio di assaggiare nuovi vini con uno spirito diverso.

La Franciacorta è una zona collinare situata tra Brescia e l’estremità meridionale del Lago d’Iseo, famosa per la spiccata vocazione spumantistica. Il territorio attuale comprende un’area che si estende sulla superficie dei seguenti comuni, tutti situati in provincia di Brescia: Adro, Capriolo, Castegnato, Cazzago San Martino, Cellatica, Coccaglio, Cologne, Corte Franca, Erbusco, Gussago, Iseo, Monticelli Brusati, Ome, Ospitaletto, Paderno Franciacorta, Palazzolo sull’Oglio, Paratico, Passirano, Provaglio d’Iseo, Rodengo-Saiano e Rovato. Il paesaggio, per lo più collinare e anticamente cosparso di boschi, è stato ultimamente trasformato con l’impianto di numerosi vigneti che ne caratterizzano la peculiarità. Gli enti locali sono impegnati a salvaguardarne l’aspetto paesaggistico e conservativo sia dal lato fisico che dal punto di vista storico-culturale: numerose infatti le testimonianze architettoniche dell’antichità, come monasteri, chiese, abbazie, ville e castelli dell’epoca medioevale.

mappa franciacorta

 

Pur vantando una lunga storia, il nuovo corso della vitivinicoltura della Franciacorta inizia a tutti gli effetti al principio degli anni sessanta con la nascita delle prime cantine. Sul finire di questi anni, l’enologia italiana visse una fase di grande fermento e in Franciacorta diversi imprenditori investirono e puntarono sulla coltivazione della vigna.

La produzione e commercializzazione di bollicine vi è andata assumendo un’importanza sempre maggiore negli ultimi vent’anni, tanto da fregiarsi del marchio DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita) e farsi conoscere nel mondo enologico per l’alta qualità raggiunta nel campo della spumantistica.

La superficie vitata oggi in Franciacorta supera di poco i duemila ettari. L’incremento di tale superficie che nel primo decennio degli anni 2000 è stato considerevole oggi ha subito una brusca frenata e per i prossimi anni non si prevedono ulteriori importanti sviluppi della crescita. Questo rallentamento è dovuto ad alcune scelte del consorzio Franciacorta volte a non creare un eccesso di offerta al fine salvaguardare i produttori attualmente presenti sul territorio.

Passando dalla Franciacorta a Il Franciacorta, tale denominazione DOCG è riservata al vino ottenuto esclusivamente con la rifermentazione in bottiglia e la separazione del deposito mediante sboccatura, rispondente alle condizioni e ai requisiti prescritti dal disciplinare di produzione. Le tipologie ammesse sono: Franciacorta, Franciacorta Satèn,  Franciacorta Rosé, Franciacorta millesimato, Franciacorta riserva.

franciacorta I vini devono essere ottenuti dalle uve Chardonnay e/o Pinot nero, tenendo in considerazione che possono inoltre concorrere, fino ad un massimo del 50% le uve del vitigno Pinot bianco. Per la produzione del Franciacorta Rosé, la percentuale delle uve Pinot nero vinificate in rosato deve essere almeno il 25% del totale, mentre per la produzione del Satèn non è consentito l’impiego delle uve Pinot nero, prevedendo l’utilizzo di sole uve a bacca bianca.

I vini a partire dalla data del tiraggio iniziano un periodo minimo obbligatorio di affinamento sui lieviti, fino alla sboccatura: Franciacorta 18 mesi, Franciacorta Rosé e Satèn 24 mesi, Franciacorta  millesimato, Franciacorta Rosé millesimato Franciacorta Satèn millesimato 30 mesi, Franciacorta riserva, Franciacorta Rosé riserva, Franciacorta  Satèn riserva 60 mesi. Le operazioni di tiraggio possono iniziare dal 1° febbraio successivo alla vendemmia dalla quale è stato ricavato il vino base più giovane.


 

 

Passando invece alle bollicine d’oltralpe, analizziamo ora la champagne viticola. Essa si divide in 3 principali dipartimenti la Marne ( 66%) l’Aube (23%) e l’Aisne (10%). La storia dello Champagne è ricca di vicissitudini e leggende, a partire dall’Abate benedettino Dom Pierre Pérignon, che secondo la leggenda è lo scopritore/inventore delle bollicine più amate al mondo, per poi intrecciarsi con le vicende e i capricci dei sovrani di mezza Europa che amavano deliziarsi con preziose bottiglie di Champagne.

mappa champagne

 

 

Il clima della Champagne è semi-oceanico, poiché  risente degli influssi dell’Oceano Atlantico e delle condizioni dell’Europa continentale, con inverni molto freddi, estati calde, piogge moderate e non molto intense, gelate primaverili, grandinate improvvise. La presenza dei boschi e dei fiumi costituisce un importante volano termico. 

La terra dello Champagne si estende per circa 34.000 ettari, dove operano circa 20.000 viticoltori. All’interno dell’area vi sono 17 Grands Crûs, situati tutti nella zona della Marna, 44 Premiers Crûs (queste due zone costituiscono il 30% del vigneto dello Champagne) e 258 Crûs périphériques, complessivamente distribuiti in 319 Comuni che possono rivendicare l’Appellation d’Origine Contrôlée Champagne. All’interno dell’area dello Champagne si possono poi riconoscere delle specifiche zone con caratteristiche climatiche ed agricole differenti, che sono Le Massif de Saint Thierry et La Vallee de l’Ardre, Montagne de Reims, Vallée de La Marne, Côte des Blancs, Sezannais et Vallée du Petit Morin, Côte de Champagne e la Côte des Bar.

bollicinePer la produzione è autorizzato l’uso di nove vitigni, di cui tre vitigni principali sono chardonnay (uva a bacca bianca, 26% della superficie piantata), pinot noir (uva a bacca nera, 37% della superficie piantata), pinot meunier (uva a bacca nera, caratterizzata da una maturazione leggermente più tardiva rispetto al pinot noir, 37% della superficie piantata). Altri vitigni come l’arbanne,  il petit meslier, il pinot blanc e il pinot gris (tutti a bacca bianca), sebbene anch’essi autorizzati, rappresentano meno dello 0,3% del totale.

Lo Champagne segue tutte le fasi del metodo classico partendo dalla preparazione dei vini base a cui segue l’ assemblaggio, la presa di spuma, il  tiraggio, la maturazione sui lieviti che è fissata a 15 mesi per i vini base, il remuage, la degorgément, il dosaggio, il confezionamento e l’ affinamento finale.


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Quelle che avete appena letto, sono solo piccole e brevi nozioni su un argomento molto ampio che richiede diversi momenti di approfondimento.

Su quali di questi argomenti, ti piacerebbe leggere in futuro?

 


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Enoconfronti, una riflessione.

Il titolo non lascia spazio a fraintendimenti. Sarà capitato a tutti, in una discussione tra winelover, trovare sempre un “franciacortino” che si scontra con uno “champagnista“, convinti entrambi che la loro sia la massima espressione della bollicina prodotta con metodo classico. Quello che è veramente interessante domandarsi è se questo genere di paragoni siano possibili nel mondo del vino.

A mio giudizio fare paragoni così generici non è possibile, anzi è sicuramente limitativo. Dire semplicemente che una denominazione è migliore dell’altra semplifica molto ed è riduttivo, perché ci sono tantissimi parametri valutativi che vanno analizzati singolarmente.

In primo luogo all’interno di una stessa denominazione vi è una grande diversità tra le varie produzione delle singole cantine. Ogni prodotto esprime in maniera assolutamente diversa e unica la  filosofia del fare vino, facendo emergere la passione e devozione degli uomini che lavorano in un determinato territorio e il legame con esso.

Secondo, ogni vino rappresenta l’espressione di un terroir diverso, che è formato da caratteristiche uniche di territorio, clima, uomini, cultura e tradizioni che spesso sono radicate da decenni o da secoli e quindi tenere conto della storia di un territorio è fondamentale per capire il vino stesso e conseguentemente valutarlo.

Terzo, seguono poi altri fattori che possono modificare certe annate, come l’andamento climatico e delle piogge, la temperatura e così via. Anche se le nuove tecnologie aiutano ad affrontare diverse situazioni climatiche, il vino nasce dall’uva e l’uva nasce dalla terra e a mio parere l’uomo non potrà mai prescindere totalmente da Madre Natura.

Quarto, è fondamentale contestualizzare. Un confronto può essere significativo solo quando lo si inquadra in una certa cornice specifica, ad esempio l’abbinamento a un piatto, oppure all’interno di un concorso enologico e così via. Questo vale in tutti i settori, non solo quello enologico.

L’elenco potrebbe continuare ancora, quindi arrivati a questo punto molti si potrebbero chiedere: si possono fare dei confronti oppure no? La risposta è certo che sì! Ma non come una gara, ad esempio è bellissimo analizzare come uno stesso vitigno si può trasformare in vini diversi a seconda dell’area geografica. In conclusione bisogna analizzare e capire la diversità dei singoli vini, per valorizzarla e apprezzarla in maniera globale. Solo con la continua curiosità e interesse costante si può diventare dei bravi assaggiatori, abbandonando i pregiudizi e abbracciando invece lo studio continuo e l’assaggio di vini sempre nuovi.

Per continuare vedi

Enoconfronti: Franciacorta vs Champagne


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Quando il vino si fa in città

Non tutti lo sanno, ma nel cuore del centro storico di Brescia, ai piedi del Castello, sorge il vigneto urbano più grande d’Europa, denominato Vigneto Pusterla, gestito dall’Azienda Agricola Maria Capretti. Dopo 40 anni, infatti, il terreno è ritornato in gestione agli storici proprietari, che, dopo anni di degrado, si sono subito dedicati alla valorizzazione di questo immenso patrimonio.

Il termine Pusterla,  indica le porte che davano accesso a passaggi segreti che immettevano nelle mura di castelli o fortificazioni in genere. Il vigneto prende il suo nome proprio dal passaggio segreto che si apriva sulle mura a Nord del castello, simboleggiando la vicinanza e lo stretto legame con il Castello di Brescia.

vigneto pusterla e castello

 

Oltre alla particolarità storica e culturale collegata a questo vigneto, che può vantare anche alcuni esemplari di vite centenari, vi è anche la particolarità del vitigno in esso coltivato: l’Invernenga.

Il vitigno Invernenga è un autoctono bresciano a bacca bianca le cui origini sono sconosciute, e viene per la prima volta citato uva invernengain un documento del Ministero dell’Industria, Agricoltura e Commercio dell’ Impero Austro-Ungarico del 1826, che descrisse l’Invernenga come uno dei vitigni più coltivati nella zona di Brescia. Il suo nome sembra derivare dal fatto che le sue uve venivano conservate in inverno come uva da tavola. La sua diffusione è limitata a pochissime zone del Bresciano, con pochi e isolati filari, perlopiù all’interno di vigneti molto vecchi, come appunto il vigneto Pusterla.

Oggi questa uva trova la sua espressione in due prodotti offerti dall’Azienda Agricola Maria Capretti:

Il Vino Bianco Pvsterla: questo vino si caratterizza per la perfetta trasparenza e delicatezza di colore sono caratteristiche di tipicità di quest’uva rara. Al naso è pulito e delicato, con note floreali. Al gusto è asciutto con una buona acidità, lunga ed importante, con un retrogusto di mandorla amara e che  riporta anche alle piccole mele selvatiche e alle armelline delle albicocche.

Il Vino Bianco da Uve Appassite Dolce Passione: ottenuto come il precedente da uve 100% Invernenga è un nuovo esperimento portato avanti con successo negli ultimi anni. Difatti la buccia spessa di quest’uva ben si presta ad un appassimento, che però richiede tempo, pazienza e massima attenzione alla qualità delle uve. Presenta sentori di frutta matura e in bocca è equlibrato e per nulla stucchevole.

Oltre alla vigna, in questo splendido angolo verde cittadino sorgono anche alcuni vecchi alberi da frutto che la proprietaria ha pensato bene di valorizzare attraverso la produzione di confetture e gelatine che ben completano la gamma di prodotti offerti dall’azienda. Inoltre questo paradiso sembra essere apprezzato non solo dai cittadini bresciani, ma anche dalla colonia di lepri che hanno posto la loro residenza all’interno del vigneto.

leprotto vigneto pusterla


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Ad ogni vino il suo bicchiere

Saper scegliere il giusto bicchiere per ogni vino è essenziale per esaltare al meglio le caratteristiche organolettiche del prodotto che stiamo degustando.  Due sono le caratteristiche principali che ogni bicchiere deve possedere:

il calice: la forma allargata che si stringe verso la bocca del bicchiere deve permettere di incanalare tutti i percettori verso la bocca e il naso;

il gambo: molto lungo serve per impugnare il bicchiere il più lontano possibile da dove si beve, per evitare il più possibile ogni contaminazione di odori, profumi, calore delle mani che possono influenzare i profumi e il sapore del vino.

Bicchieri_da_vino

Il colore del bicchiere deve essere trasparente, per permettere all’assaggiatore di fare un esame visivo, di vetro fine o se si vuole proprio avere il meglio per un’occasione speciale, di cristallo. Per la cura e lavaggio è vivamente consigliabile usare solo acqua bollente, per evitare che i detersivi  influenzino le pareti del bicchiere.

Ogni vino ha caratteristiche organolettiche proprie e diverse da ogni altro, per questa ragione, ogni vino dovrebbe essere servito in un bicchiere adeguato e capace di valorizzare le sue caratteristiche. I bicchieri da vino sono disponibili in diverse forme e caratteristiche, spesso così estreme che certi produttori tendono a produrre forme e tipologie specifiche, non solo per determinati vini, ma anche per determinati vini fatti con certe uve o provenienti da specifiche zone. Se si dovesse seguire realmente tutto ciò che viene proposto dai produttori di bicchieri e dal mercato, ogni appassionato di vino avrebbe bisogno di un apposito locale solamente per la conservazione dei bicchieri, una condizione che, probabilmente, solamente in pochi si possono permettere.

Si deve comunque riconoscere che la forma del bicchiere aiuta a valorizzare un vino e in genere è il risultato di studi e ricerche specifiche, sia sulla percezione organolettica degli aromi e dei sapori, sia su caratteristiche e condizioni fisiche che consentono di favorire la loro percezione.

Continua a leggere…

 


 

 


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Coppa o Flûte? La scelta del calice

Vini bianchi e rosati

Questi bicchieri presentano una grande curvatura sotto che si stringe verso l’uscita. Dato che il vino bianco non ha bisogno di una grande ossigenazione per fare uscire più profumi, non c’è la necessità di una grande curvatura del bicchiere. La chiusura superiore fa convergere i profumi verso naso e bocca esaltandoli.

 

vini bianchi e rosati

Vini Bianchi Giovani e Freschi (Fig. .A) – La caratteristica principale di questo bicchiere è la forma della sua apertura che tende ad allargarsi rispetto al corpo. Quando il vino viene introdotto nella bocca, questa particolare forma dirige il liquido principalmente nella punta della lingua, più sensibile alla dolcezza, e quindi ai lati della lingua, più sensibili all’acidità. La forma del calice consente inoltre di concentrare i profumi verso il naso e favorendo la percezione degli aromi delicati e fruttati dei vini giovani.

Vini Bianchi Corposi e Maturi (Fig. .B) – Il corpo più largo con apertura maggiore, consentiranno una migliore percezione degli aromi complessi dei vini bianchi maturi. I vini bianchi maturi e strutturati saranno valorizzati in bocca grazie all’apertura diritta che dirigerà il vino nelle parti laterali e posteriori della lingua, per poi giungere, infine, alla punta e valutare quindi, in modo complessivo, la sua morbidezza.

bicchieri-vino-biancoVini Rosati Giovani e Freschi (Fig. .C) – In questo tipo di bicchiere valgono le stesse considerazioni fatte per il calice per vini bianchi giovani. Altra caratteristica di questo bicchiere è il corpo largo che consente un’adeguata ossigenazione del vino e quindi un corretto sviluppo degli aromi.

Vini Rosati Corposi e Maturi (Fig. .D) – Per questo calice valgono le stesse considerazioni   fatte per i vini bianchi corposi e maturi. La forma più larga del corpo favorisce un’adeguata ossigenazione del vino e lo sviluppo degli aromi.

 

Vini rossi

In questo caso il vino ha bisogno di un calice più largo. In questo caso la logica da seguire è che più il vino rosso è  strutturato, più ha bisogno di ossigenazione. Questa caratteristica è collegata al fatto che i vini rossi sono tendenzialmente chiusi in bottiglia per più anni (si pensi al lungo affinamento di vino come Barolo o Brunello di Monatalcino). Come per i vini bianchi si ha la chiusura superiore per incanalare tutti i profumi verso naso o bocca.

vini rossi

Vini Rossi Giovani (Fig. .A) – Questo bicchiere è essenzialmente uguale a quello utilizzato per i vini bianchi corposi e maturi, di fatto si può utilizzare tranquillamente lo stesso bicchiere. Questo tipo di vino, con tannini, quando presenti, piuttosto aggressivi, deve stimolare principalmente le parti interne della bocca ed evitare, almeno nella fase iniziale di introduzione nella cavità orale, il contatto con le gengive che a causa dell’astringenza darebbero luogo ad una sensazione tattile poco piacevole.

Vini Rossi Corposi o Maturi (Fig. .B) – Le considerazioni fatte per il bicchiere precedente sono valide anche per questo. Le differenze sono nell’altezza e nella larghezza del bicchiere, in questo caso maggiore, e nell’apertura più stretta che favorirà la concentrazione degli aromi complessi.

bicchiere vino rossoVini Rossi Corposi e Molto Maturi (Fig. .C) – La caratteristica di questi bicchieri data dalla loro grande dimensione, con corpo piuttosto ampio per consentire la giusta ossigenazione di vini rossi lungamente affinati in bottiglia e con tannini che hanno già assunto un carattere più morbido. La forma ampia di questo bicchiere consente inoltre di evitare, quando possibile, la decantazione del vino in quanto, data la sua ampiezza, consente un’adeguata ossigenazione del vino, sviluppando aromi complessi e terziari, che saranno ben concentrati nell’apertura più stretta.

Vini Rossi Corposi e Molto Maturi (Fig. .D) – Questo bicchiere costituisce una variante del precedente e la differenza è da ricercarsi nella sua apertura che tende ad aprirsi. Questa caratteristica dirige il vino verso la punta della lingua, più sensibile alla dolcezza, ed è utile per tutti i vini che con il tempo esaltano la loro       componente acida, come per esempio il Pinot Nero e il Nebbiolo.

 

Vini Spumanti

Flûte o coppa? Quale delle due sceglie? Nel caso di spumanti secchi è meglio utilizzare un bicchiere allungato come la flûte, perché permette alle catenelle di bollicine di estendersi lungo tutto il bicchiere. La coppa è adatta, invece,  per spumanti aromatici, come il Moscato, in quanto l’ampia superficie libera tutti i profumi.

bicchiere da spumante

Spumanti metodo Charmat (Fig. .A) – Questo bicchiere, detto mezza-flûte, ha il corpo stretto e lungo in modo da favorire lo sviluppo del perlage nei vini spumanti. La sua lunghezza minore rispetto alla flûte, lo rende adatto per i vini spumanti secchi prodotti con il metodo Charmat, in genere caratterizzati da un perlage meno raffinato e con bollicine più grandi.flute

Spumanti Metodo Classico (Fig. .B) – Questo bicchiere, detto flûte, ha un corpo stretto e lungo in modo da favorire e apprezzare lo sviluppo del raffinato perlage tipico degli spumanti prodotti con il metodo classico. Il suo diametro stretto favorisce inoltre la percezione degli aromi delicati e freschi.

Spumanti Metodo Classico Maturi e Millesimati (Fig. .C) – Si tratta di una flûte con la pancia più larga e apertura stretta, caratteristiche che consentono l’ossigenazione del vino e quindi il giusto sviluppo degli aromi complessi e terziari degli spumanti metodo classico millesimati e maturi, senza compromettere per questo lo sviluppo e l’apprezzamento del perlage.

Spumanti Aromatici Dolci (Fig. .D) – Questo bicchiere, detto semplicemente coppa, è particolarmente indicato per gli spumanti aromatici e dolci, come per esempio l’Asti spumante. Data la notevole carica aromatica di questi vini, è più opportuno servirli in calici con aperture molto larghe, piuttosto che nella flûte, in modo da mitigare la prorompente aromaticità primaria dell’uva e lasciare spazio anche ad altri aromi. L’apertura del bicchiere, che tende leggermente a stringersi, consentirà al vino di essere diretto sulla punta della lingua e valorizzare la dolcezza del vino.

coppa spumante dolce

Vini dolci, passiti, liquorosi

Questi vini sono dotati di una grande gradazione alcolica. Un’apertura come quella dei rossi andrebbe a creare una fuoriuscita eccessiva di alcool, che andrebbe a coprire tutti i profumi, quindi un bicchiere piccolo sia sopra che sotto è quindi il più adatto.

bicchieri vino dolce e liquoroso

 

Vini Dolci e Passiti (Fig. .A) – Si tratta di un calice di piccole dimensioni con corpo ampio e apertura stretta in modo da favorire sia lo sviluppo degli aromi sia la loro concentrazione nel naso. La dimensione ridotta suggerisce il servizio di una quantità minore, com’è in genere abitudine per questi vini. L’apertura diritta consente al vino di essere diretto nella parte posteriore della cavità orale in modo da non esaltare eccessivamente la sua caratteristica dolce tanto da farlo apparire “stucchevole”.
Vini Liquorosi (Fig. .B) – L’altezza del corpo è maggiore e l’apertura è più accentuata, tuttavia la grandezza di questo bicchiere è piuttosto piccola. La maggiore altezza consente un maggiore sviluppo degli aromi complessi e intensi dei vini liquorosi.

 

bicchieri degustazione vino


Fonte  www.diwinetaste.com